La cura della nostra salute (anche mentale) è sempre più a portata di polso: il mercato degli smartwatch è infatti in crescita (Canalys, azienda di analisi del mercato globale delle tecnologie, registra un incremento del 6% nello scorso trimestre) e viaggia a pari passo con la loro fama di “salvavita” nelle notizie di cronaca. "Una fama che è avvalorata dalla pubblicazione di studi scientifici: i ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, per esempio, ne hanno appena verificato l’efficacia nella prevenzione del rischio di recidiva in pazienti colpiti da malattie vascolari cerebrali", conferma Alessandro Visca, direttore della rivista di settore Medico e paziente. Ma sottolinea: "Fuori contesto qualunque analisi del loro funzionamento può risultare fuorviante. Il primo distinguo che occorrerebbe fare è tra l’utilizzo di smartwatch certificati come dispositivi medici per i pazienti in cura per patologie pregresse e l’efficacia, o l'opportunità, del loro utilizzo per la popolazione sana. In quest’ultimo caso, la letteratura medica presenta per ora una casistica di ricorso al pronto soccorso per accertamenti cardiaci non necessari e una correlazione tra il loro utilizzo e attacchi d’ansia".
Molti smartwatch – tramite sensori integrati che dialogano con le app di salute che si scaricano previa registrazione, sul dispositivo stesso – fanno di fatto le veci dell’attrezzatura di un ambulatorio medico: rilevano la temperatura corporea, misurano i battiti cardiaci, la pressione arteriosa e il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue, segnalano eventuali aritmie cardiache, monitorano la respirazione, l’igiene del sonno e persino i difetti di postura mostrandoci come correggerli per evitare cadute accidentali. E se non riusciamo a evitarle o siamo coinvolti in un incidente, si premurano di chiamare i soccorsi.
L’attenzione al pubblico femminile dispiega, in eleganti design e tonalità – tipo il cinturino rosa Barbie dell’Apple Watch 9 - un’implementazione di suite dedicate alla “salute della donna”, concentrate sulla loro stagione riproduttiva. La app di tracciamento del ciclo mestruale del nuovo Venue 3 di Garmin, per esempio, monitora quotidianamente le perdite – non presenti, copiose, dense, spotting – i sintomi fisici correlati – sensazione di gonfiore, eventuale perdita di capelli, mal di schiena o di testa, le vampate che possono segnalare la menopausa – e infine gli sbalzi (percepiti) di umore per scongiurare depressioni. Ma non si limita a questo: sulla base dei dati raccolti suggerisce pratiche di rilassamento o profili sportivi per riequilibrare i livelli di energia del nostro corpo, incentrati su yoga e mindfulness. Il Galaxy Watch Classic 6 utilizza la tecnologia Natural Cycle per prevedere, attraverso la misurazione della temperatura corporea durante il sonno, l’inizio delle mestruazioni, favorendo la pianificazione o meno di una gravidanza. L'app di salute dialoga, volendo, con Samsung Food, un'app supportata da intelligenza artificiale in grado di studiare un piano alimentare su misura degli obiettivi di salute e benessere che l’utente si pone, con il plus di una connessione alla domotica integrata.
In cambio di questi servizi i vostri smartwatch vi chiedono assoluta fedeltà – vanno indossati giorno e notte e ben allacciati al polso – una certa dose di indulgenza per il loro italiano (la traduzione delle versioni originali è ancora un tasto dolente) e molti dati sensibili. Si deve diffidare di qualunque applicazione non chieda il nostro consenso informato per la condivisione di dati che sono, è bene ricordarlo, sensibili e che potrebbero venire venduti a terzi a fini commerciali. Ciò premesso, 2non è corretto affermare che questi dispositivi non siano affidabili, il problema è districarsi tra quelli seri – la cui ingegneria si basa su ricerche cliniche o studi universitari – e tutti gli altri», avverte Paola Pedrini, segretaria regionale della Federazione italiana Medici di medicina generale della Lombardia. Non esistono al momento cataloghi delle app di salute, benessere e fitness scaricabili online, ma un’idea del loro ordine di grandezza la dà uno studio pubblicato sulla rivista Nature (2021) che ne conta oltre 10.000 solo per la salute mentale. Per Pedrini, "gli smartwatch sono strumenti utili per accrescere la consapevolezza della propria salute e come tali sono visti positivamente in ambito medico-scientifico. Le app per il sonno, per esempio, hanno avuto il merito di puntare i riflettori su un parametro molto importante per monitorare la salute individuale. Il problema di questi dispositivi è che generano una serie infinita di dati che vanno letti e contestualizzati in un quadro clinico e che chi li raccoglie, spesso, non è in grado di farlo. Durante il covid, il nostro sistema sanitario ha già attuato con successo il telemonitoraggio dei pazienti e non escludo che la telemedicina se ne avvalga in un prossimo futuro. Familiarizzare con gli strumenti tecnologici che saremo chiamati a usare, anche nell’ambito della salute pubblica, è utile. Così come lo è responsabilizzarsi, essere soggetti partecipi della cura del proprio stato di salute. Tutto questo non cambia il fatto che i dati raccolti su iniziativa personale andrebbero scremati, analizzati e valutati da professionisti e personale paramedico e – in un’ideale catena virtuosa – dal personale medico per evitare di generare inutili e poco salutari allarmismi. Se ci fate caso, quando interroghiamo “Dr. Google” sulla persistenza di un sintomo, ci viene presentato il quadro clinico più nefasto di quello che potremmo immaginare, fortunatamente e di frequente smentito dal medico". Tra le pieghe del foglietto di istruzioni, se le leggete bene, anche il vostro smartwatch vi invita a una costruttiva collaborazione.
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