SI PUò MORIRE DI STRESS?

Se chiediamo a qualcuno se è stressato, la risposta sarà nel 90% dei casi positiva. Eppure non è facile dire quante persone in Italia soffrano di questo disturbo. Le statistiche disponibili non sono sempre affidabili e, pur di cercare un titolo accattivante, si rischia di fare confusione. La questione però è molto seria: in Francia si pensa addirittura di riconoscere il burnout come malattia professionale, perché a lungo andare si può morire di stress.

Esiste anche uno stress positivo

Partiamo dalla classificazione degli stress. «C’è uno buono, che ci spinge a fare bene e a crescere (eustress) e poi c’è quello negativo (distress) che consuma le risorse psicofisiche. Ci sono gli stress acuti ma limitati nel tempo e quelli cronici», spiega il dottor Michele Canil, neuropsicologo e psicoterapeuta.

È la risposta dell’organismo a un qualsiasi stimolo avverso          

Lo stress è la risposta dell’organismo a un qualsiasi stimolo avverso. Letteralmente il termine indica la massima torsione raggiunta da un cavo prima di spezzarsi, un’immagine che rende l’idea di quanto possa far male, ma anche di quanto possa aiutare a resistere alle situazioni più impegnative. Se non esistesse, infatti, le persone non sarebbero stimolate alla reazione e vivrebbero in uno stato di perenne apatia. Ecco perché uno stress di breve durata, che l’individuo sente di poter gestire con le proprie risorse, aiuta la persona a crescere e sviluppare una maggiore resilienza.

Lo stress cronico è in grado di compromettere il benessere

Lo stress intenso e cronico è in grado di compromettere il benessere. «Di fronte a uno stimolo avverso l’organismo attiva una sorta di allarme. Le risposte fisiologiche sono gestite da un complesso meccanismo neuroendocrino che produce componenti come il cortisolo (noto come “l’ormone dello stress”), l’adrenalina e la noradrenalina, che hanno un effetto stimolante sull’organismo», continua l’esperto.

Chi sono le persone più esposte allo stress

Tra i più esposti allo stress ci sono di sicuro i medici e gli infermieri, che hanno sulle spalle grandi responsabilità, ma anche i manager delle grandi aziende, sottoposti sempre a grandi pressioni. «Sono una delle categorie più esposte al burnout, la condizione di esaurimento psicofisico che danneggia la salute. Quando lo stress è molto intenso e prolungato nel tempo è possibile sviluppare sensazioni di impotenza, ansia e vissuti depressivi, ma anche aggressività, rabbia e nervosismo», spiega Canil.

Impatto negativo su intestino, sonno e vista

Quali sono gli impatti negativi sul benessere fisico dello stress? A volte sono colpiti l’intestino e lo stomaco. In altri casi viene accentuata la perdita di capelli. Raramente può anche essere coinvolta la vista. Si va dall’arrossamento dovuto a infiammazione, al tremolio della palpebra fino a malattie come il glaucoma o la maculopatia sierosa. Molto sensibile è il tessuto retinico che ha un ruolo prioritario nel controllare le sensazioni di offuscamento e di affaticamento visivo.

Le conseguenze sul sistema immunitario

Lo stress intenso ha effetti negativi sul sistema immunitario e sulla salute. Ciò avviene ad esempio producendo ipertensione, che a sua volta aumenta il rischio di infarti, ictus e problematiche a carico di diversi organi (come i reni) fino a provocare in casi estremi il decesso. Uno stress acuto o cronico aumenta anche la probabilità di sviluppare patologie psicologiche come il disturbo post-traumatico che possono degenerare in incidenti o lesioni volontarie.

Si può morire di stress?

La questione è validata anche da una recente ricerca britannica promossa dallo Scottish Dementia Clinical Research Network. Secondo l’analisi, lo stress aumenta il logorio e riduce le difese fino al punto da accelerare il percorso verso la morte. Ansia e depressione incidono, anche se in differenti gradazioni, sui decessi per patologie cardiovascolari e tumorali, anche indirettamente portando a comportamenti autolesionistici, come abuso di droghe e alcol.

Come tenere a bada lo stress

Quando ci sentiamo sotto pressione dobbiamo coltivare fiducia e sviluppare la convinzione di essere in grado di superare i momenti difficili. «Di fronte alle difficoltà, dobbiamo mantenere un atteggiamento consapevole, agire nel perimetro delle nostre possibilità e riconsiderare i problemi da nuove prospettive. Accettare ciò che non possiamo cambiare e concentrarci su ciò che è in nostro controllo». Non serve a niente continuare a lamentarsi: un atteggiamento razionale è quasi sempre il modo migliore di affrontare i problemi, ma possiamo anche provare con la meditazione.

Chiedere aiuto è importante

Ricordate che è normale sentirsi arrabbiati, stressati o frustrati e, quando sentiamo che le nostre risorse sono insufficienti a sopportare la situazione, è bene non chiudersi in se stessi. La cosa fondamentale è parlare con persone di fiducia che possono aiutare, come amici, familiari e, nel caso, anche psicoterapeuti che sapranno dare i giusti strumenti per affrontare la situazione che ci mette sotto stress.

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